Costa Concordia, i perché dell’incidente

15.01.2012 12:42

Costa Concordia, i perché dell’incidente

Costa Concordia, i perché dell’incidente
Costa Concordia, i perché dell’incidente

 

 L’analisi degli errori umani che hanno portato alla tragedia. Il giorno dopo l’incidente è caccia alle responsabilità. La nave della Costa Crociere affondata all’isola del Giglio sarà per molto tempo nelle cronache dei giornali, anche perché la dinamica dell’incidente non è ancora chiara, e chissà se lo sarà. Nel frattempo, Repubblica analizza tutte le possibili cause dell’incidente. A partire dalla rotta: La Concordia viaggiava lungo un tragitto non consueto. Solitamente le navi che da Civitavecchia risalgono verso la Liguria passano a 2-3 miglia dalla costa. La gigantesca nave da crociera invece ha impattato nell´isoletta delle Scole, un gruppo di massi che affiorano dall´acqua e sono ben visibili dalle strade del Giglio. Lo sanno bene i pescatori e chiunque si metta in mare da quelle parti. Una grossa roccia è rimasta incastrata nello scafo, in corrispondenza della lavanderia, degli alloggi dell´equipaggio e di un magazzino. Molti raccontano di aver sentito un boato, poco dopo le 21,45: prima una specie di frenata, poi la luce che va via, dall´altoparlante qualcuno del personale che cerca di tranquillizzare i viaggiatori e parla di guasto elettrico. Nella sala ristorante stanno servendo la cena, in un´altra sala un complesso ha appena cominciato a suonare. Un rumore forte e sinistro all´improvviso: passano i minuti, la nave avanza ancora lungo la costa, ma per poche centinaia di metri. Il comandante Francesco Schettino, ordina di gettare le ancore, «probabilmente fa questa manovra per avvicinarsi ulteriormente alla riva» spiegano dal tavolo della Protezione civile e dei vigili del fuoco. La nave fa mezzo giro su se stessa, la prua volge verso l´isola e la Concordia si adagia su un fianco, incagliata nel fondale. Sono le 22,40. A bordo è il panico. Suonano le sirene, arriva l´ordine di indossare i giubbotti di salvataggio e di spostarsi sui ponti dove ci sono le scialuppe. La Concordia deve essere evacuata. Un altro scossone, si piega ulteriormente a destra: alcuni viaggiatori volano in acqua, altri corrono disperatamente verso i gommoni e le scialuppe. Ci sono imbarcazioni che faticano ad essere calate proprio per via della posizione inclinata della nave: «Abbiamo temuto di morire schiacciati» riferiscono alcuni. «Abbiamo tenuto di ribaltarci sui gommoni prima di toccare l´acqua». Non a caso sul fianco della nave si vedono diverse imbarcazioni incastrate. La questione dei tempi dell’allarme: Prima ancora che venissero informate le Capitanerie di porto sono arrivate diverse chiamate di aiuto al centralino dei carabinieri di Grosseto: venivano dagli stessi passeggeri della nave. E anche questo è fonte di dubbi e di polemiche. Si è perso tempo? Gli inquirenti confermano che l´allarme non è stato dato subito alla Capitaneria. La Costa, al contrario, assicura che le procedure di evacuazione sono state corrette. Alcuni esperti della Protezione civile concordano su un fatto: che l´aver avvicinato la nave alla riva possa aver evitato un bilancio più pesante nel conto delle vite umane: «Se fosse successo tutto pochi metri più in là, la nave che imbarcava acqua in abbondanza sarebbe affondata rapidamente» assicurano dal Comune. E il tema dell’errore umano: È fra le piste più accreditate anche se in questa fase nessuna viene esclusa, compreso il guasto alle apparecchiature tecniche e radar. Il comandante Schettino, sentito dalla capitaneria sottolinea di aver agito rispettando tutte le regole. Eppure chi indaga gli ha contestato oltre all´omicidio colposo plurimo e al naufragio anche di aver abbandonato la nave. Il comandante non si trovava. Forse in stato di shock, forse scivolato in mare, è stato rintracciato sulle rocce a riva. L Infine, lo scoglio fantasma: Altro punto delicato. «Forse c´è stato un errore nella definizione del fondale, nella navigazione sotto costa – è la tesi espressa dal comandante – c´era una roccia che non è stata segnalata dalle carte» fa sapere. Ma nella saletta della capitaneria del Giglio, una carta nautica appesa al muro espone in evidenza proprio le rocce delle Scole. «Il primo impatto contro uno scoglio satellite dell´isoletta – aggiunge il sindaco dell´isola Sergio Ortelli – è avvenuto a circa 500 metri di distanza dalle nostre coste, mentre le navi di solito passano a 2-3 miglia dall´isola». Quindi la Costa Concordia sarebbe stata fuori rotta. «Molte navi – prosegue Ortelli – passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti dell´isola. È uno spettacolo molto bello vedere da terra la nave illuminata e anche dalla nave è suggestivo guardare l´isola nel buio, con tutte le luci accese. Ma questa volta è andata male». Sono in diversi sull´isola a ricordare questa consuetudine, introdotta da uno storico comandante delle navi Costa, Mario Palombo, ora in pensione, ma originario proprio di queste parti. «Lo faceva per salutare gli amici e i parenti, sa stanno talmente tanti mesi in giro per il mondo…» aggiunge un pescatore. Ma un conto è avvicinarsi, altro impattare sulla scogliera. Accertamenti sono in corso ad ampio raggio, anche la soluzione del mistero è contenuta tutta in pochi centimetri, dentro la scatola nera, recuperata ieri pomeriggio dalla guardia costiera e consegnata già alla procura di Grosseto: Lì è rimasta la memoria di ogni passaggio a bordo, da lì leggeremo la verità su questo disastro. Sapremo per esempio, se era in funzione il Gps, se l´equipaggio era nei posti assegnati dalla navigazione in un codice di sicurezza, se ci siano state delle negligenze o come hanno detto in procura ci sia stata “una manovra maldestra”. Dove si trovava il comandante? Secondo la testimonianza di alcuni passeggeri Schettino stava salutando le persone che erano in quel momento a cena. Dunque i suoi collaboratori stavano dirigendo la Concordia? Alla procura risulta invece che proprio Schettino «fosse al comando». «È stata – ha spiegato il procuratore Verusio – una manovra voluta». Un commento a Costa Concordia, i perché dell’incidente silvano domenichini 15 gennaio 2012 alle 09:54 Sicuramente il Com.te o chi per esso ha peccato molto di leggerezza. Qualora avesse voluto passare così sotto costa avrebbe dovuto prima controllare la posizione della nave sulla carta. Il GPS fornisce le coordinate geografiche istante per istante, lunica operazione da fare è quella di leggerle e trasportarle sulla carta ed una volta trasportate gli scogli si vedono e come. Era sufficiente eseguire questa operazione anche solo 10 miniti prima. Esistono inoltre le carte elettroniche per cui su più di uno schermo RADAR si può vedere la nave che cammina in mare e dove cammina.